La diffusione dello sport in Italia come attività organizzata risale alla fine del XIX secolo. A Cosenza nel 1900 fu l’avvocato Domenico Cilento ad istituire la prima società sportiva, il Club Silano, una sorta di polisportiva che includeva l’Alpinismo, la Scherma, il Ciclismo e la Caccia. Gli albori dell’Atletica, intesa come esercizio fisico, apparvero in città grazie alla dedizione di Giambattista Molezzi, giovane medico appassionato di Tiro a segno. Nel 1910, in collaborazione con il Provveditore agli studi, il dr Molezzi organizzò i primi campionati studenteschi a Cosenza. Le gare seguitissime e partecipate da studenti delle maggiori scuole della provincia, si svolsero al Liceo Telesio e a corso Guicciardi, l’attuale corso Mazzini. Dal 1912 l’atletica assunse i connotati di disciplina sportiva dentro il movimento ginnastico, che all’epoca includeva corse, lanci e salti, grazie all’attività del Circolo Fortitudo, fondato dal barone Adolfo Vercillo e affiliatosi alla Federazione Italiana Ginnastica. A febbraio del 1914 la Fortitudo organizzò le prime gare interne di atletica. Tutti gli associati del circolo ben comportatisi durante un incontro di ginnastica svoltosi a Catanzaro, furono convocati per cimentarsi anche nelle branche dell’atletica. Sul campo del distretto militare, dove oggi sorge la scuola elementare di via Milelli, si disputarono gare di lancio del peso con la palla di ferro, lancio del giavellotto, salto in alto, i 100 metri e i 5000 metri (con transito su corso Guicciardi). Le dimissioni del barone Vercillo dalla presidenza della Fortitudo, avvenute a cavallo del primo conflitto mondiale, condizionarono per anni lo sviluppo delle attività sportive in città. L’elezione a nuovo presidente del club del prof Giuseppe Storino, già vice presidente dell’Accademia Cosentina, concretatasi a novembre del 1919, generò di fatto un rinnovato entusiasmo verso le attività ludico-sportive cittadine. Riprese con regolarità le competizioni agonistiche, la Fortitudo si impose nel 1920 al concorso ginnico di Venezia, nel 1921 a quello di Roma e nel 1922 vinse la corona d’alloro a squadre a Trieste. La pratica ‘pedestre’ a Cosenza ovviamente fu avviata dall’unico circolo sportivo attivo. Nella corsa prolungata l’atleta più rappresentativo fu Letterio (detto Lillo) Manganaro, nato a Cosenza il 16 marzo 1909, vincitore di diverse edizioni del ‘Giro di Cosenza’ organizzato dalla Fortitudo. Al campionato calabrese di corsa campestre disputatosi a Catanzaro nel marzo del 1923, valevole come selezione per la finale centro-meridionale, ai primi tre posti si classificarono tre cosentini: Luigi Covello, Francesco Morelli e Lillo Manganaro. Durante la manifestazione, in attesa della conclusione della campestre, altri due cosentini in bella mostra nelle gare di velocità con Antonio Sconza e Renato Misasi oro e argento nei 100m. Il 23 marzo 1924 i ginnasti bruzi con maggiori attitudini atletiche parteciparono ai ‘Campionati Atletici Calabresi’ svoltisi a Cosenza, aggiudicandosi la staffetta 4×400 composta da Gentile, Fazzari, Manganaro e Tagarelli. Tra i ginnasti cosentini spiccava nel salto in alto Oreste Cavalcanti, convocato a Roma con la misura di 1,89m alle selezioni per le Olimpiadi di Parigi del 1924. Anche a Lillo Manganaro arrivò la convocazione sui 1500m, ma dovette rinunciarvi per il netto diniego del padre. Ad ottobre del 1925 il mezzofondista bruzio si aggiudicò due allori al ‘Convegno Sportivo di Bari’ sulle distanze 800m e 1500m. A quel tempo non c’erano tecnici e per mantenersi in forma Lillo Manganaro seguiva dei sistemi d’allenamento sviluppati in proprio che comprendevano ripetute lungo la famigerata ‘salita della delegazione’, con aggiunta di diversi chilometri di corsa piana all’interno della Villa Vecchia. Nel frattempo nel resto d’Italia la pratica delle corse veloci e dei concorsi (lanci e salti), si sganciò dalla Federazione di Ginnastica per congiungersi al Podismo che sin dal 1899 si era dato un proprio organismo su scala nazionale, l’Unione Pedestre Italiana, poi divenuta Unione Podistica Italiana (1903) e qualche anno dopo Federazione Podistica Italiana (1906), mutuata poi in FISA (Federazione Italiana Sports Atletici), tramutatasi definitivamente in FIDAL nel 1926. Il 1928 la Fidal con sede a Bologna designò il reggino Gennaro Bruno Commissario Federale del costituendo comitato Calabria. Nel 1930 furono istituiti i comitati regionali e l’allora delegazione Calabro-Lucana con sede in Cosenza, retta dal ginnasta/saltatore Oreste Cavalcanti, fu alienata al nuovo epicentro gravitazionale di Reggio Calabria. Dopo qualche anno sorsero i Comitati Provinciali. Nel 1931 il primo reggente del comitato di Cosenza fu il barone Carlo Campagna. Il 7 novembre 1935 Lillo Manganaro assunse il ruolo di presidente provinciale Fidal, che passò il testimone nel gennaio del 1938 ad Armando Della Valle. Gli anni trenta furono forieri di profonde modifiche regolamentari e di una capillare propaganda dell’atletica a livello nazionale. In Calabria l’atletica leggera si radicò principalmente e profondamente nella città di Reggio Calabria, grazie anche alla costruzione del campo sportivo “Michele Bianchi” inaugurato il 20 novembre del 1932 e all’operosità del centurione Giuseppe Quattrone che, graduatorie alla mano, andò in giro per l’Italia ad ingaggiare atleti con l’incentivo dell’assunzione come militi in ferrovia. In una nota del 1939 sullo stato dell’arte dell’atletica calabrese, il terzo presidente del comitato regionale Cesare Pitea auspicava una ripresa dell’atletica a Cosenza dopo anni di completa indifferenza, asserendo apertamente “hanno distrutto un superbo grado di efficienza tecnico-organizzativa”. L’esigua atletica praticata in quegli anni a Cosenza era demandata al solo Oratorio GI.FR.A. del Crocefisso della Riforma in collaborazione con il C.S.I., associazione nazionale di propaganda fondata nel 1944 che ereditò l’esperienza della Gioventù Italiana di Azione Cattolica. La situazione politica intanto precipitava e tra il secondo conflitto mondiale e la lenta ricostruzione post bellica, con conseguente indifferenza per lo sport, si giunse fino metà degli anni ‘50 per registrare le prime note di rilievo afferente l’interesse sul territorio intorno all’atletica. Grazie all’intraprendenza di alcuni appassionati, si istituirono per la prima volta in città gli Enti di Promozione Sportiva legati ai partiti politici. Vittorio Amendola, funzionario dell’Istituto Case Popolari, creò la Libertas Cosenza con sede in via Mario Mari. Il Prof Beniamino Miccichè aprì la Fiamma Cosenza, proponendo atletica e pallavolo. La Indomita invece praticava solo calcio. Un altro importante elemento di sprono fu il ritorno all’attività della S.S. Fortitudo del neo presidente Simone Alimena che trasferì la sede in via Oberdan, lungo il fiume Busento. L’unico impianto sportivo su cui addestrarsi per l’atletica leggera era il campo di calcio ‘Emilio Morrone’ di via Roma. Nel 1952 fu riproposto il ‘Giro Podistico di Cosenza’, vinto dal toscano Berti dell’Atletica Sestese. La Circolare emanata dal Ministero della Pubblica Istruzione nel 1950, che annunciava l’ingresso dello sport nella scuola, indicando nel programma di Educazione Fisica la preminenza della pratica dell’atletica leggera, a Cosenza fu recepita e messa in pratica, grazie all’interessamento di Massimo Cavalcanti, primo presidente del Comitato Provinciale Coni di Cosenza, solo dal 1959 in poi, dopo la cerimonia d’inaugurazione a fine ottobre del Campo Scuola Coni. La nuova pista in terra battuta di via degli stadi fu la seconda infrastruttura disponibile in regione nella storia dell’atletica calabrese, dopo quella creata all’interno dello stadio comunale di Reggio Calabria (lo stadio San Vito con annessa pista a 6 corsie era ancora in costruzione). Solo da allora a Cosenza si iniziò a registrare un nuovo e concreto interesse intorno alla regina di tutti gli sport, soprattutto grazie alle iniziative scolastiche, vero motore propulsore che stimolò la nascita di tante nuove società di atletica. La prima manifestazione ufficiale organizzata al Campo Scuola fu il X Criterium Studentesco svoltosi il 4 maggio 1960 e riservato a studenti calabresi e siciliani. L’allora Ministro alla Pubblica Istruzione, Riccardo Misasi, fece disputare a Cosenza nei primi anni ’60 anche due edizioni delle finali nazionali dei Campionati Studenteschi di corsa campestre. Il 17 settembre 1961 Cosenza ospitò la semifinale nazionale maschile su pista del CSI. Il 22 ottobre dello stesso anno si concluse a Cosenza la fase regionale del 1° Trofeo delle Provincie e l’occasione fu propizia per arruolare tanti giovani alla pratica dell’atletica. Tra i primi risultati di rilievo prodotti dal rinato movimento atletico cosentino spiccarono il 19 maggio del 1966, in occasione del Criterium interregionale studentesco, il 5,90m nel salto in lungo categoria Ragazzi di Massimo Converso, l’11,65m nel lancio del peso di Dario Guarascio (entrambi tesserati con la polisportiva Pro Cosenza), il 9.2 di Carmen Argondizzo nei 60m Ragazze e l’1,63 nell’alto di Sergio Cerzosimo (entrambi tesserati per la società Real Madrid CS). Primi albori di una ripresa. Un ruolo determinante nel reclutamento dei ragazzi lo svolsero nelle scuole i docenti di educazione fisica. I proff. Domenico Calabrese e Beniamino Miccichè si distinsero nell’individuare, selezionare e formare i più dotati per poi immetterli nelle società d’atletica locali. Uno di questi fu il giovane Angelo Velio Sorcale di Dipignano, intercettato dal Prof Calabrese all’Istituto Magistrale e indotto alla corsa con i campionati studenteschi. La particolare dedizione dei due docenti a scovare e forgiare nuovi talenti, si palesava nella gestione diretta degli alunni per più giorni a settimana (a totale carico dei Proff), con pranzo, allenamenti al campo scuola e annesso ‘servizio taxi’ per il rientro dei ragazzi alle proprie residenze. Visto il crescente interesse verso l’atletica in città, nel 1967 l’Amministrazione Comunale deliberò l’utilizzo ai praticanti dello stadio San Vito. Nel 1969 il mezzofondista Angelo Velio Sorcale, trasferitosi a Roma per proseguire gli studi e aggregatosi al CUS della Sapienza su invito dell’atleta concittadino Massimo Converso, con l’intensificarsi delle sedute d’allenamento, migliorò buona parte dei suoi primati. A laurea conseguita Sorcale rientrò per sua scelta a Cosenza, tesserandosi con la Fiamma CS e continuando a praticare l’atletica a livello amatoriale con diversi club della città. Nel 1968 ci fu un deciso risveglio anche nell’atletica femminile, grazie all’apporto dei nuovi sodalizi Cariocas e Bruzia. La Fidal cominciò a dare fiducia all’intraprendenza del movimento bruzio assegnando a Cosenza il 24 agosto 1969 la 3ª prova del campionato italiano assoluto di 10km, vinta dal palermitano Luigi Zarcone del G.S. Vigili del Fuoco. L’anno dopo ad ottobre Cosenza ospitò la 2ª e conclusiva prova del campionato italiano di corsa su strada vinta da Aldo Tommasini dell’U.S. Quercia Rovereto. Il 1971 fu istituito il ‘Trofeo Lillo Manganaro’, scomparso nel 1969, meeting su pista di levatura interregionale che plasmò diverse generazioni di atleti cosentini e calabresi, la cui prima edizione si svolse al campo scuola di Cosenza il 17 giugno 1972. La società cosentina Santos vinse l’edizione inaugurale e quelle del 1974, 1975, 1976 e 1977. Il settimo Trofeo disputatosi il 2 giugno 1978 se l’aggiudicò la Polisportiva Acli Manganaro. L’edizione successiva la Riccardi di Bisceglie (BA). Il 6 marzo del 1977, ai campionati italiani Allievi, sbocciò il talento della Santos Antonio Zumbo, classificatosi 22° su 239 concorrenti. Il 28 giugno Antonio Zumbo si piazzò al 5° posto ai campionati italiani su pista di Firenze sulla distanza dei 3000 metri, coperti in 8’44’’4 (record regionale). Il 3 settembre Antonio Zumbo colse la sua prima vittoria in campo nazionale, imponendosi al 10° Trofeo Cino del Duca di Ascoli Piceno nei 3000m in 8’42’’5 migliorandosi ancora. Sempre nel 1977 realizzò il record regionale nella mezz’ora di corsa Allievi con 8.855mt. Passato Juniores nel 1978, il 12 febbraio Zumbo conquistò l’argento ai campionati italiani di cross. A giugno sfiorò addirittura la convocazione in nazionale per l’incontro Italia-Spagna-Grecia, sfuggita al fotofinish ai campionati giovanili di Firenze, classificandosi al 2° posto sui 5000m. Si rifarà il 25 marzo del 1979, vestendo la maglia azzurra under20 al Cross delle Nazioni in Irlanda. Sul finire degli anni settanta oltre ad Antonio Zumbo furono diversi gli atleti cosentini ad esprimere performance di rilievo: Carlo Mandolito (10.9 sui 100m); Giovanni Oliva (10.9 sui 100m; 22.7 sui 200m), Luigi Covello (11.0 sui 100m; 22.5 sui 200m); Roberto Nardi (52.8 sui 400m), Massimo Grandinetti (60.0 sui 400m H), Amedeo De Marco (8’41’’ sui 3000m; 15’02’’ sui 5000m; 31’04’’ sui 10.000m), Gianfranco Nardi (1,80 nel salto in alto; 6,52m nel salto in lungo; 14,10 nel salto triplo; 5.073 nel decathlon), Vincenzo Caira (6,58 nel salto in lungo; 13,55 nel salto triplo), Fausto Bruno (42,52m nel lancio del disco), Cesare Marcandelli (61,34m nel giavellotto), Enzo Barbuscio (60’26’’ 10km di marcia), E.Misasi-GF.Nardi-R.Nardi-F.Morelli (44.6 staffetta 4x100m), P.Rende-G.Oliva-L.Covello-C.Rende (44.3 staffetta 4x100m). Nel settore femminile Katia Fiorentino (10.04 sugli 80m), Anna Porto (37.6 sui 200m H), Lidia Cino (2’21’ sugli 800m; 4’47’’ sui 1500m), Carmela Tropeano (4,88 nel salto in lungo), Anna De Marco (11,08m nel lancio del peso), Lina Senatore (27,84 lancio del giavellotto; 1.715 nel pentathlon). Al 1979 risultavano affiliate alla Fidal Regionale 11 società cosentine: Acli Dipendenti Amm. Prov. presidente Giovanni Manganaro; S.S. Cariocas presidente Pietro Florio; U.S. Milanello presidente Vittorio Muoio; Aics Arturo Caputo presedente Francesco Primavera; Atletica G. Ziviello presidente Vincenzo Ziviello; Gruppo Sportivo Croce Azzurra presidente Mario Cavalcanti; Polisportiva Lillo Manganaro presidente Giovanni Manganaro; Polisportiva Settecolli presidente Francesco De Napoli; Società Aics Cosentina presidente Giuseppe Staffa; S.S. Acli Bruzia presidente Giuseppe Colacino; U.S. Acli Luigi Bruno presidente Fausto Bruno. In provincia tra le società più attive la gloriosa Polisportiva Marcello De Luca di Amantea, che formò atleti di assoluto valore come Giuseppe Suriano, Pierino Magurno, Carlo Molinari e Maria Lavergata.

Fonti: Un secolo di sport a Cosenza G. Colistro Pellegrini Editore; Calepino dell’atletica leggera calabrese P. Nucara pubblicato in proprio; Storia dell’atletica italiana M. Martini pubblicato in proprio.

Autore: Redazione

Leave A Comment

Articoli correlati

Categorie